I rumori delle ferrovie.

Sezione dedicata ai racconti e alle esperienze riguardanti il mondo ferroviario.

Messaggioda Macaco » 03/09/2016, 19:59

Sulla pagina «Forza e velocità dei locomotori italiani» di Facebook, nella discussione « I rumori delle ferrovie», l'utente Marco Virga alla fine di un suo post scrive:
«...Mi piacerebbe sapere se anche qualcuno di voi ha ricordi collegati non ad immagini di foto da pubblicare, ma a rumori, odori o altro che mette in relazione il mondo dei treni e qualche ricordo particolare.»

Poteva Don Macaco non rispondere all'appello ???

Così eccomi qua a trascrivere al nostro BAR quanto raccontato su quella pagina.
Buona lettura.
==========

Rumori, odori e colori ferroviari un mix indimenticabile sulle rampe della Paola-Cosenza al tempo della circolazione con la cremagliera negli anni sessanta. Se ci passavi nel tempo di fioritura delle robinie venivi quasi stordito dagli effluvi odorosi. In inverno, invece, sentivi solo il tanfo delle esalazioni di nafta delle Aln. 
Il rumore classico delle ruote dentate che addentavano la cremagliera sia in salita che in discesa, quasi a passo d'uomo, ti invitava ad ammirare il paesaggio. Niente di più bello di un treno che lentamente costeggia la montagna. E lo sferragliare, come un boato, dentro la galleria di Falconara ??? Sembrava di volare mentre vedevi lo scroscio dell'acqua sui finestrini. Ricordi indelebili assorbiti anche sonnecchiando rientrando in sede dopo un lungo servizio notturno nella piana del Crati.

...continua...
Ultima modifica di Macaco il 03/09/2016, 20:35, modificato 1 volta in totale.
Gaetano.
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Messaggioda Macaco » 03/09/2016, 20:03

Credo che il mio futuro ferroviario, prima ancora che si concretizzasse in un lavoro, sia stato segnato da odori e rumori ferroviari. Negli anni 50, durante i lavori di risanamento o rinnovamento di tratte ferroviarie, le ditte appaltatrici dovevano per legge ricorrere a mano d'opera locale. Così anche mio padre, assieme a tanti paesani stagionalmente lavoravano sulla ferrovia. Allora non c'erano le grosse macchine (Matise, Plasser, Vaicar) e gli unici attrezzi adoperati erano ancora pale, picconi, forconi, palanchini di ferro, mazze, trivelle manuali, calibri, livelli a bolla, ecc. Per cui quando la sera rientrava a casa e ti prendeva in braccio sentivi sui suoi vestiti il pungente odore delle traverse manipolate. Odore che la mamma faceva fatica a mandare via nonostante il potente sapone di Marsiglia fatto in casa ed il successivo trattamento con la lisciva.

Questo per quanto gli odori. 
Per i rumori...alla prossima puntata.
...continua...
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Messaggioda Macaco » 03/09/2016, 20:06

Mio padre possedeva un piccolo podere, in collina a pochi chilometri in linea d'aria dalla ferrovia. Il fondo alla valle, sul costone opposto, vi era la stazione al culmine di una salita e poco prima dell'imbocco di una lunga galleria a due canne. Quella vecchia dei pari, e quella nuova dei dispari creata con il raddoppio della linea. Papà in estate non lavorava sulla ferrovia. I cantieri di manutenzione non operavano durante i caldi mesi estivi del sud. Perciò faceva il contadino e tutti noi passavamo le vacanze in campagna. Si partiva dal paese alle prime luci dell'alba e si ritornava spesso alla sera sul tardi. Nel casolare di campagna si cucinava, si pranzava e qualche volta si cenava anche, prima di affrontare la scarpinata di circa un'ora per il rientro a casa. Ovviamente nessuno aveva l'orologio da polso e né tanto meno nel casolare vi erano sveglie od altri apparecchi segnatempo. Ci bastava il suono della campana della chiesa del paese quando rintoccava il mezzogiorno. Però c'era il passaggio dei treni. Il rumore, quasi musicale, dei motori dei 424 dei treni del mattino annunciavano l'ora della colazione. Come pure lo sferragliare di un diretto pari segnava la fine del pisolino pomeridiano. Lo sentivi quasi come un boato appena usciva dalla galleria ed affrontava la discesa ad una velocità che il rumore stesso faceva sentire essere notevole. Più silenziose erano invece le Ale, l'alta velocità del tempo. Un nostro vicino le chiamava la "ciceglia" . Il nome in dialetto cilentano dell'orbettino. Un sinuoso serpentello dal colore marroncino.
...continua...
Ultima modifica di Macaco il 04/09/2016, 19:46, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Macaco » 03/09/2016, 20:08

A quel tempo tutti i locomotori erano marroni. Sia quelli con il muso davanti e dietro, sia quelli senza muso. I treni che andavano al sud (dispari), spesso avevano due macchine. Una in testa ed una in coda. La macchina di coda lasciava il treno subito dopo la stazione, prima di entrare in galleria. Poi ritornava in stazione e quasi subito ripartiva verso il nord. Qualche volta sembrava che fosse partita ma ritornava di nuovo nella stazione dove sostava ancora un poco, per far passare altri treni. Ed io, quasi fossi al cinema, mi godevo questi spettacoli dall'alto della collina. Solo una ventina di anni dopo, da ferroviere, compresi tutto sul servizio delle spinte. Però, da bimbo, ero attratto da quelle manovre e mi piacevano tanto quei lunghi treni mentre arrancavano piano piano verso la stazione. A differenza di quelli in senso inverso che sfrecciavano "come treni". Durante il periodo della trebbiatura, dopo la cena nel casolare, la mamma e le mie sorelle tornavano al paese mentre io ed il babbo restavamo in campagna a dormire con un occhio solo, sorvegliando l'ammasso dei covoni o i sacchi già pieni del grano. Sacchi che l'indomani portavamo a casa con più viaggi guidando il gruppo degli asini avuti in prestito dai vicini per quel giorno. Ma io durante quelle notti dormivo poco. Guardavo estasiato quei transiti luminosi in fondo alla valle. Ed erano tanti i treni viaggiatori che passavano durante la notte.
...continua...
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Messaggioda Macaco » 04/09/2016, 13:25

Ritorniamo ai rumori.
Durante la sosta del locomotore di spinta nella stazione, sentivo ogni tanto un sordo rumore di motori. Non sapevo se erano prodotti dalla macchina oppure dagli apparati nella stazione. Ad un bimbo delle elementari degli anni cinquanta era difficile discernere, per di più in lontananza, l'origine di quel rumore. Non sapevo neppure se il rumore era generato da motori elettrici od a scoppio. Una volta lo chiesi al babbo e lui mi rispose che erano i motori del locomotore. Però la risposta non placò la mia curiosità. Anzi l'accese ancor di più. Come era possibile avere in funzioni i motori se il locomotore era fermo? Eppure li sentivo bene i rumori dei locomotori in trazione sia in salita che in discesa. Ma quel rumore era differente. Avevo visto nei cantieri edili i compressori per l'azionamento dei martelli pneumatici ed il lungo tubo di gomma, però allora non sapevo niente del freno continuo automatico e neppure della produzione dell'aria compressa dei locomotori.
Con il passare degli anni passavo sempre meno tempo in campagna. Gli spotamenti per le scuole medie e quelle superiori avvenivano con le corriere ed il tempo residuo non consentiva lunghe permanenze al casolare. Neppure nei mesi estivi. Avevo sempre qualche materia da "ripare" a Settembre ed anche quando andavo in campagna ero più impegnato sui libri che a guardare i treni. Anche se studiavo intensamente avvertivo e gustavo il rumoroso sottofondo della circolazione dei treni.
Molti anni dopo ebbi modo di fare il Dirigente Movimento in quella stazione e guardando in alto mi rivedevo bambino in cima alla collina a vedere ed a sentire passare i treni.
Gaetano.
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Messaggioda freelancer » 06/09/2016, 23:11

Quindi sapevi distinguere in distanza i rumori dei singoli mezzi motori e associarli ad essi? Era una capacità normale o di pochi?
Chiedevo perchè ci sono diverse opinioni sul sonorizzare o meno i modelli cercando il suono che emettevano al vero, se si considera che un metro dal modello sono un centinaio nella realtà. Io capivo la differenza fra il rumore di una 245 da quello di una D.141 ma le avevo a una decina di metri e talora anche a meno, non capivo perchè alcune 740 facevano un rumore diverso da altre uguali (lo scappamento modificato, non sapevo cosa ci fosse "dentro" ma avevo capito che il camino era diverso) e dalle 835 (altre a vapore non sono riuscito a vederle).
Invece non sono mai stato capace di distinguere il rumore di una E.636 da quello delle 646 e 656 (la E.626 sì, lo faceva differente), ma con le elettroniche era arrivata tutta un'altra musica... ;)
Paolo
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Messaggioda Macaco » 07/09/2016, 6:31

Paolo, forse io mi sono espresso male oppure tu hai letto male le mie parole. Non conoscevo le macchine e quindi non associavo a loro i diversi rumori dei motori. Per di più da lontano. Però, di certo erano diversi, a secondo del gruppo. Caratteristico era inoltre quello dei compressori delle 626.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 07/09/2016, 16:29

Quando nel 1972 andai in vacanza al mare con quella che sarebbe divenuta poi mia moglie e con la sua famiglia a San Lucido (CS), sua terra d’origine, conoscevo solo per sentito dire dell’esistenza della linea a cremagliera fra Paola e Cosenza. Mi ripromisi di andare pertanto a fare una escursione nei luoghi che intanto mi erano stati indicati e dove poter vedere il percorso dei binari. Una notte insonne, intorno alle ore 4, la mia attenzione fu attratta da un rumore tipico di uno scappamento di locomotiva a vapore. Era però un rumore che non avevo mai sentito prima, perchè gli sbuffi avevano una frequenza insolita, troppo veloce. Rimasi nel dubbio fino a quando un pomeriggio che ero in visita a dei parenti sparsi sulla montagna ma vicini al binario, vidi scendere verso Paola un treno particolarmente corto, una locomotiva 981 più un vagone misto. Lì capii il perchè degli sbuffi particolarmente frequenti. Il rimbombo dello scappamento risuonava per la campagna e annunciava il passaggio del treno già appena che questo aveva Lasciato la stazione di Falconara Albanese. Durante la giornata si udiva spesso un rumore che io avevo associato ad una macchina agricola, un rumore costante del quale non si capiva la provvenienza ma, man mano che si avvicinava si faceva sempre più forte, fino a quando da dietro una curva spuntava in salita una Aln64 o più raramente una Aln56 della serie 1900. Erano questi i suoni che risuonavano durante la giornata in quella parte di territorio calabrese.
Organizzai una spedizione specifica per scoprire le bellezze di questa linea, visitai la stazione di San Lucido Superiore, (c’è anche San Lucido Marina posta sulla linea tirranica) e lì attesi il passaggio di un treno da Paola, l’arrivo del quale fu annunciato dal rumore dei motori appena impegnata la cremagliera subito fuori Paola. Percorrendo poi la strada montana per Cosenza che costeggia per lunghi tratti la linea, andai a vedere la stazione di Falconara Albanese, punto di arrivo della cremagliera da Paola e quì ebbi il piacere di assistere ad un incrocio fra un treno a vapore da Cosenza con un Aln64 da Paola.
Poiche i tempi di attesa per l’incrocio erano abbastanza larghi, mi feci coraggio e timidamente feci alcune domande ai macchinisti della 981. Domande che riguardavano il funzionamento della macchina che non avevo mai veduto prima da vicino. Furono molto gentili, mi diedero tante spiegazioni e adirittura fecero funzionare da fermo il meccanismo della cremagliera, e mi spiegarono il perchè degli sbuffi veloci, per ogni giro di ruota ne faceva 3 il motore della cremagliera.
Da allora ogni volta che torno in Calabria vado in pellegrinaggio su quello che ora resta di quella linea. Dopo l’apertura della galleria di base e la chiusura della vecchia linea, è rimasto tutto com’era, le erbacce hanno coperto tutto, sono cresciuti alberi fra le rotaie, nella stazione di San Lucido ci vive una famiglia e quella di Falconara è stata depredata di tutto e vandalizzata. Al di là della galleria di valico fino a Cosenza la situazione non è diversa.
Peccato, mi restano solo il ricordi di quei suoni che hanno scandito i giorni delle mie vacanze al mare di quaranta anni fà.

Per chi volesse approfondire la conoscenza della linea vedere quì.
http://www.lestradeferrate.it/mono33.htm
Giancarlo
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Messaggioda freelancer » 08/09/2016, 18:17

Macaco ha scritto:Paolo, forse io mi sono espresso male oppure tu hai letto male le mie parole. Non conoscevo le macchine e quindi non associavo a loro i diversi rumori dei motori. Per di più da lontano. Però, di certo erano diversi, a secondo del gruppo. Caratteristico era inoltre quello dei compressori delle 626.

Probabilmente ho capito male io. ;)
Che vuoi, mi è capitato di vedere (da fuori) l'evoluzione di non so nemmeno più quanti flame (litigi, sarebbero! :roll: ) sulla questione dei suoni da far emettere ai modelli. Ormai in quel settore si è alle comiche, per me almeno.
Paolo
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Messaggioda Macaco » 08/09/2016, 19:23

Tranquillo, Paolo. A quel tempo distiguevo i locomotori secondo questo criterio:
- (1) Quelle lunghe con due musi.
- (2) Quelle corte con due musi.
- (3) Quelle lunghe senza musi:
- (4) Quelle corte senza musi.
Tutti con rumori diversi.
Solo molti anni dopo, da ferroviere, diedi una diversa classificazione:
- (1) loc E 428.
- (2) loc E 626.
- (3) loc 428 carenate o profilo aerodinamico - loc E 636.
- (4) loc 424.
Questi erano i mezzi di trazione che da bambino vedevo da lontano e sapevo distinguere i rumori del loro sforzo di trazione, senza peraltro sapere niente delle varie combinazioni : serie, serie-parallelo, parallelo, super parallelo.
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