Dal primo gennaio è in vigore la nuova normativa della "laterizzazione delle porte". Da allora il personale dei treni è sottoposto ad una serie continua di guasti e di mancato controllo del blocco porte, con le inevitabili ripercussioni sulla marcia e sulla sicurezza.
Ma il 7 gennaio è successo un fatto grave: l'Intercity 592 è stato fermato al segnale di protezione di Arezzo, un viaggiatore di 82 anni credendo di essere in stazione è riuscito ad aprire una porta, scendendo sul binario dispari, dove è stato travolto da un regionale. In cabina di guida il blocco porte è cessato ma dopo un solo minuto si è ripristinato, e poichè intanto il segnale si è disposto a via libera il treno è ripartito. Il PdM e il capotreno hanno infatti pensato ad un semplice guasto momentaneo. Per un solo minuto di mancanza del blocco tutto sembrava un fatto accidentale temporaneo.
Poi a seguito delle indagini seguite alla morte del passeggero la magistratura ha bloccato il materiale del treno, intanto giunto a destino, a Trieste, per le indagini. Da allora il materiale è bloccato al binario n.1 di Trieste C.le, mentre macchinisti e capotreno hanno ricevuto gli avvisi di garanzia per omicidio colposo.
Naturalmente appare chiaro che data la serie continua di guasti connessa col nuovo sistema la porta è stata aperta ma non si sarebbe dovuta aprire, e che data l'assenza del blocco per un solo minuto PdM e capotreno potevano fare ben poco e tanto meno riuscire a capire che intanto sul binario accanto c'era un passeggero morto sotto l'altro treno. C'era pure una fitta nebbia. L'indagine pare quindi avviata nella direzione sbagliata.
Come sempre in questi casi i singoli vengono colpiti, ma il problema è se il nuovo sistema è stato realizzato male oppure no. Se lo è, le responsabilità vanno cercate altrove.