andm ha scritto:Pertanto, non mi sembra tanto sbagliato che un DM provi e riprovi il proprio impianto quando ne ha la possibilità.
Caro Andrea, attento discepolo, spesso ne abbiamo parlato dell'argomento. Da qualche altra parte abbiamo discusso anche di alcuni DM restii a girare persino gli scambi se proprio non necessario. La paura di non sapere che pesci pigliare in mancanza di controllo faceva tenere loro un comportamento prudenziale.
E tu vorresti che "smanettassero" per puro gusto di "provarne il funzionamento" ?
Non mi ricordo se è stato già postato questo mio scritto. Comunque lo aggiungo qui. Di anni ne sono passati ma credo che il clima di allora sia più che altro peggiorato e la testimonianza l'abbiamo toccata con mano nei nostri "pellegrinaggi".
Buona lettura e...occhio alla data.
==========
A proposito di ....... Tasti di Soccorso.
La società in cui viviamo ci impone un continuo aggiornamento tecnologico per un corretto uilizzo di apparecchiature ed automatismi di cui quotidianamente ci servivimo sia dentro che fuori di casa.
Quando poi ci troviamo di fronte ad un nuovo meccanismo ci si mobilita leggendo, chiedendo informazioni e soprattutto provando e riprovando fino ad imbroccare i tasti giusti.
Prima di metterci alla guida di un’auto nuova o non conosciuta, istintivamente si vanno a cercare sul cruscotto i vari interruttori delle frecce, delle luci, dei tergicristalli, della climatizzazione ecc.ecc. per trovarsi pronti ad adoperarli quando ci servono .
Periodicamente inoltre se ne prova il funzionamento al fine di non trovarsi in difficoltà in causa di avarie.
Così almeno dovrebbere essere il comportamento dei ferrovieri preposti all’utilizzo dei vari A.C. e sistemi di blocco elettrico per la circolazione dei treni.
Generalmente si ha dimestichezza con l’apparato per quanto ne riguarda il normale funzionamento. Diverso poi è l’atteggiamento nei confronti dell’utilizzo dei vari tasti di soccorso tc, tb, te, tz, tl, ecc.ecc.
Non di rado la scarsa conoscenza della funzione dei tasti stessi, il loro poco utilizzo, la poca padronanza di modalità operative e la paura dello spiombamento ne limitano l’uso, determinando spesso pesanti ripercussioni sulla marcia dei treni.
D’altra parte controllando l’operato degli agenti quasi mai si indaga se i ritardi potevano essere contenuti magari utilizzando opportunamente proprio quei tasti di soccorso che per qualche ferroviere risultano essere addirittura dei tabù.
Pochi volenterosi approfittano inoltre di altrattanta poca volontà e disponibilità di sparuti Agenti della Manutenzione che si prestano a prove di funzionamento dei tasti simulando avarie ed anormalità.
In qualche Reparto Territoriale si procede anche a qualche corso itinerante di istruzione sull’uso dei tasti di soccorso. Ma sono iniziative estemporanee e limitate, scaturite forse da qualche grossa legnata ai treni MUST.
D’altronde la continua riduzione di personale e l’imperante obbiettievo della riduzione delle spese fanno lesinare anche le risorse destinate all’aggiornamento professionale anche se il contratto di lavoro prevede ben cinque giornate annuali durante le quali i ferrovieri dovrebbere andare a SCUOLA.
Al contrario si baratta con ore di lavoro straordinario anche quella istruzione che le F.S. debbono fornire, per legge, ai propri addetti.
I vari Quadri delle strutture periferiche non hanno, poi, neppure il tempo di monitorare, attraverso gli elaborati di servizio, tutte le anormalità ed i guasti per evidenziare dove e su chi necessita intervenire direttamente, con colloqui chiarificativi e prove pratiche sugli apparati, od inviando gli agenti interessati ad opportuni corsi di aggiornamento.
La preparazione professionale, purtroppo, per la S.P.A. F.S. ha dei costi ed il ferroviere non la sente più come un suo diritto-dovere, tanto che accetta di buon grado il baratto sopradetto.
Aggiungendo poi, che un buon cinquanta per cento dei ferrovieri addetti alla circolazione dei treni, provenendo dall’interno, non ha usufruito di adeguati processi formativi, per cui si può dire che la loro professionalità è il risultato di un apprendimento autodidattico od avuto sul campo con i limiti dovuti alla mancanza di adeguati percorsi guidati.
Professionalità quindi da integrare, correggere ed affinare per ottenere sensibili riduzione dei ritardi dei treni in occasione di guasti od anormalità degli apparati.
Sett 1997
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.