da Macaco » 27/07/2018, 19:46
Riprendiamo il discorso sulla frenatura dicendo che un tempo non tutti i veicoli ferroviari erano muniti di freni. Le vetture ed i bagagliai quasi tutti avevano il freno mentre i carri merci lo erano in misura minore. Però per quelli esistenti ci voleva il personale per farli funzionare. Di qui l’esercito di “frenatori” per far andare un treno. Il macchinista, con fischi convenzionali della locomotiva, “chiedeva” ai frenatori di serrare i ceppi quando era necessario rallentare la marcia oppure procurare l’arresto completo del convoglio. Un vero lavoro d’équipe consentiva una marcia sicura e veloce. I componenti di una squadra erano quasi sempre gli stessi che si distribuivano in modo opportuno lungo il treno. All’unisono, con tempismo e coordinazione, agivano sul volantino serrando a fondo o moderatamente i freni. Più erano i veicoli frenanti e più era consentito aumentare la velocità con la certezza di poter fermare il treno quando era necessario. Sia in discesa sia in salita evitandone la retrocessione per inerzia, in caso di fermata. Anche se muniti di freno non tutti i carri merci potevano essere frenati. Il ceppo di ferro aderendo alla ruota d’acciaio provoca calore e scintille per cui erano assolutamente poco indicati per trasporti d’esplosivi o materiali facilmente infiammabili. Considerato inoltre che quasi tutti i carri erano costruiti in legno, su strutture di ferro, i freni, per evitare gli incendi, non dovevano restare sempre attivi ma stretti ed allentati alternativamente per evitare il surriscaldamento. Solo con l’introduzione del sistema frenante automatico ad aria compressa, ideato da George Westinghouse nel 1872, si poté rinunziare alle numerose squadre di frenatori. Il macchinista, tramite un rubinetto, azionava la frenatura su tutto il treno. Si eliminò il personale ma restarono validi i principi fisici che la velocità e la sicurezza dei treni era legata al rapporto esistente tra il peso totale del treno e la quantità di forza frenante che si poteva ottenere. Tale rapporto, espresso in percentuale, si chiama peso frenato. Maggiore è la percentuale di peso frenato esistente maggiore sarà la possibile velocità di marcia. Ogni veicolo ferroviario porta indicato sulle fiancate il peso reale, la portata nonché la forza frenante possibile. Discorso un poco complicato ma facilmente intuibile se si pensa che, andando in macchina, si spinge sull’acceleratore, al di là di tutte le altre norme da rispettare, solo quando si è sicuri di avere dei buoni freni. L’efficienza dei freni dei treni, sia merci che viaggiatori, era poi oggetto di controlli continui. Qualcuno avrà certamente visto, fino a poco tempo fa, nelle stazioni il ferroviere che, con un martello dal lungo manico, andava a picchiare i ceppi serrati sulle ruote di un treno in partenza. Dal rumore riusciva a determinare l’efficienza del serraggio e quindi della frenatura. Adesso tutto avviene attraverso controlli elettromeccanici od elettronici. Tutto il personale addetto è costantemente e ciclicamente istruito e sensibilizzato alla scrupolosa “prova del freno”. L’inosservanza di precise disposizioni a riguardo ha provocato nel passato non pochi disastri ferroviari. Nel prossimo intervento vi intratterrò con le “prestazioni” dei mezzi di trazione. Prestazioni intese come capacità di traino, espresse in tonnellate, su un determinato percorso ferroviario.
...continua...
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.