Oggi fa freddo, il cielo non è proprio bello, sono libero da impegni nonnistici e preferisco starmene a casa. Perciò ne approfitto per stare con i "fedeli".
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In quel travagliato periodo non ci furono soltanto le «valorizzazioni» . Si procedette anche a «riorganizzazioni» mirate di alcuni uffici nelle grandi stazioni, declassandone le qualifiche dei dirigenti. Così avvenne anche all' UMR (Ufficio Materiale Rotabile) di una grande stazione di confine di cui ne ero il capo. Il posto, già di Capo Stazione Superiore, venne declassato a Capo Stazione, ed io, dopo tanto tempo, ritornai a fare il Dirigente Movimento, per giunta in un impianto dove non avevo mai svolto tali mansioni. Non mi lasciarono scelta. Un solo pomeriggio di tirocinio e poi in turno nei successivi mattina e notte. Mi feci coraggio dando fondo a tutta la passata esperienza ferroviaria accumulata negli anni ed accettai di fare il DM Esterno alle dipendenze di un DM Interno, un giovane pari grado (Cs Superiore), meno anziano di carriera ma del posto. Per ragioni a me sconosciute, nel turno di notte come DM Interno mi toccò un altro giovane Cs Superiore, di fresca nomina e, per giunta, proveniente da una piccola stazione a stretto contatto con la confinate rete ferroviaria estera. Non seppi mai se ci fu uno sbaglio da parte della Segreteria nello stilare i turni, oppure era un tremendo tiro mancino nei miei confronti o contro il collega neo-promosso. Fatto sta che il traffico notturno, specialmente merci, era consistente. Il cambio dei locomotori, sotto le diverse tensioni, veniva fatto da due distinte locomotive permanenti di manovra sotto la direzione di un Capo Manovra. Lo scambio dei dispacci con i due posti di deviatori a terra era notevole. Il ricovero dei materiali viaggiatori, per i primi treni del mattino, era molto impegnativo dovendoli posizionare, già con il locomotore in testa e secondo l'ordine cronologico di partenza, in due soli binari muniti di marciapiedi. Comunque ci trovammo entrambi non abituati a gestire quelle situazioni. Non ci perdemmo d'animo. Contrariamente a quanto previsto dalle disposizioni di servizio ci suddividemmo i compiti. Lui si occupava del lato Nord mantenendo i rapporti con la rete ferroviaria estera ed io mi interessavo di tutto il movimento lato Sud. Se aggiungiamo che la linea, sia a Nord che a Sud, era a semplice binario con il BEM, potete ben immaginare come si ballava. Per nostra grande fortuna i due Appositi Incaricati, le due squadre di manovra, il Capo Manovra, nonché il deviatore di tettoia erano molto esperti e noi ci affidammo completamente a loro interessandoci solo di gestire la circolazione. All'ora del cambio, sei del mattino, eravamo completamente cotti ma soddisfatti per aver fatto fronte e risolte tante situazioni lavorative a cui non eravamo avvezzi, ma soprattutto sollevati per non aver causato né danni e né ritardi.
Ma adesso faccio due domande ai «fedeli» più smaliziati.
- Se da quella situazione ne fosse scaturito un incidente, con morti e feriti, il magistrato avrebbe tenuto in debito conto le concause che avrebbero portato gli operatori a sbagliare, cercando nel contempo altri corresponsabili?
- Gli inquirenti ferroviari avrebbero evidenziato, e segnalato alla magistratura, il disagio oggettivo ed ambientale in cui vennero a trovarsi i due Dirigenti Movimento?
Vi lascio a pensare e vi rimando al racconto delle prossime esperienze in tema.