Probabilmente in quella zona la ferrovia serve e la gente la vuole. Tieni conto che anche se fosse un fatto politico, il politico potente accontenta la massa che lo fa restare dove è. Per capirci: un politico di San Remo (è un esempio; non esiste...) avrebbe fatto sopprimere (come è stato) la vecchia linea costiera in quanto la gente non la voleva vicino a casa. Probabilmente laggiù la vogliono.
Altro esempio è quello delle cinque terre dove il treno era ed è il principale veicolo per spostarsi e portare turisti. Per quanto in quel caso il raddoppio si ormai datato, non si sarebbero mai sognati di arretrare il treno.
Ma in realtà altri esempi molto più vecchi non mancano: la linea per terracina ad esempio altro non è che il mantenimento (al momento della costruzione della direttissima) del terminale della vecchia linea da Roma e Velletri; esempio vecchio ma simile. Situazione analoga (e vicina) per Priverno. Più recente è il caso dei "raddrizzamenti" nella Bari Taranto (anche se molto contenuti).
Forse il punto è che da sempre, ad ogni rinnovo di linea, si è tagliato fuori qualcosa per velocizzare e rendere più competitiva la ferrovia. Con le dovute eccezioni (tra cui San Remo, Catanzaro o alcune località della Pontebbana) fino a che si chiude per rifare "vicino" posso anche starci. Quello che mi allarma è quando si chiude per chiudere... e senza validi motivi o senza tentativi di non farlo.
Comunque il caso siciliano citato mi piace.