La discussione sul segnale di Oleggio mi ha fatto ricordare di questo mio articolo che, pubblicato su un giornalino sindacale del tempo, mi procurò non pochi ...nemici...tra i colleghi coinvolti nel fatto. Occhio alla data.
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Le lampade di molti segnali FS sono ancora, purtroppo, ad incandescenza e come quelle di casa nostra si fulminano per rottura del filamento soggetto ad usura. Per tale ragione quelle lampade venivano sostituite a scadenze determinate.
La bruciatura della lampada di un segnale permanentemente luminoso ne determina il guasto con rilevanti conseguenze negative sulla circolazione dei treni, direttamente rapportate alla funzione svolta dal segnale stesso.
In particolare, la mancanza del controllo a via impedita del segnale di protezione o del relativo avviso provoca, nel blocco FS, la caduta della barra nell’avvisatore A2 impedendo la concessione del consenso di blocco.
Solo in pochi e moderni impianti ACEI un apposito tasto di soccorso permette di mandare via la barra evitando di dare blocco guasto .
In mancanza di tale tasto si ricorrerà al blocco telefonico fintanto che non viene rimosso il guasto.
Trattandosi di una semplice sostituzione di lampada, la nuova I.S.D. acconsente che vi possa provvedere il personale del movimento opportunamente istruito senza richiedere l’intervento dell’agente della manutenzione.
Lo scopo è quello di ripristinare al più presto la funzionalità degli enti evitando il persistere di una situazione degradata per la sicurezza e la regolarità della circolazione .
Gli interventi, però, dovranno essere regolati da chiare norme locali in relazione alle caratteristiche di ogni singolo impianto nel rispetto anche di norme antinfortunistiche.
Pertanto ogni iniziativa, pur validamente motivata, può rivelarsi avventata e causare maggiore turbativa per errate valutazioni o poca conoscenza degli impianti.
Ad esempio potrebbe essere in errore il D.M. che ordina al Guardablocco di andare a cambiare la lampada al segnale di protezione della stazione disabilitata di cui è tutore, senza aver concordato con il G.B. medesimo, tempi e modalità dell’intervento , maggiormente necessari per la mancanza della prevista normativa di dettaglio.
Sbaglierebbe anche il G.B., se , ignaro della poca agibilità del percorso, impiega molto tempo per andare e tornare dal segnale di protezione e senza neppure riuscire a sostituire la lampada perchè non pratico o per iimpossibilità tecniche.
Censurabile, di certo, sarebbe poi, il comportamento di entrambi i D.M. , se non attivano subito il blocco telefonico, fermano la circolazione e rimangono in passiva attesa dell’esito dell’intervento del G.B. sul segnale di protezione.
Da perseguire sarebbe certamente l’operato furbesco di quel D.M., che, lontano dal guasto per la presenza di più P.B.I., fa regolarmente uso del blocco per l’invio del treno, devolendo ai G.B l’onere del proseguimento senza peraltro fornire agli stessi le necessarie informazioni nel rispetto della sicurezza per il movimento a via impedita.
Altre considerazioni si potrebbero avere in relazione alla intensità della circolazione, la disponibilità del personale in servizio, l’essere la linea a semplice o doppio binario, la convenienza di chiedere o meno l’intervento dell’ A.M. per i ritardi previsti, l’ubicazione dei segnali ed i sentieri esistenti, nonchè l’esatta individuazione del guasto potendo lo stesso non dipendere dalla bruciatura della lampada.
Ne consegue, quindi, che anche in presenza di dettagliate disposizioni locali, le iniziative da prendere dovranno scaturire da precisi accordi fra tutti gli interessati, compreso il CEI, mettendo bene a fuoco la situazione del momento, contemperando sicurezza e regolarità, senza mai derogare dalla vigente normativa che in alcun modo deve essere soggetta a personale ed opportuna interpretazione.
Luglio 1997
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