Addio bel passato....già, il progresso avanza rapido e non ha pietà. Gli appassionati di treni sono stati, e sono, di diversi tipi, ognuno con le sue preferenze. Io da quando mi innamorai dei treni ebbi subito la preferenza per la trazione elettrica e il servizio movimento. Mi interessava come camminano i treni, e quindi osservavo sempre cosa stava succedendo durante il viaggio. La linea che mi entrò nel cuore - complice il fatto che i miei genitori quando ero piccolo per molti anni andavano in vacanza a Tarvisio - fu la PONTEBBANA. E da questa derivò l'amore per tutte le linee di montagna. Durante questi viaggi stavo ovviamente al finestrino, ovviamente aperto, e guardavo cosa succedeva, e il gioco dei segnali. Oppure, come con il mitico "Oesterreich-Italien Express" stavo al vetro della vettura di coda. E ci stavo finchè potevo perchè data l'ora a metà viaggio calava la notte. Ricordo poi che una volta con l'espresso 623 (che allora non si chiamava così, ma non ricordo come, ET con un numero) composto da elettromotrici si verificò il fatto che la motrice in coda era del tipo tronco, con porta di collegamento e così potei vedere la linea da Tarvisio fino a Udine perchè questo treno viaggiava di pomeriggio. Nel verso della salita invece nulla da fare: l' "Italien-Oesterreich" aveva sempre tutto il viaggio in coda un E 626 di spinta (non ho mai capito perchè non lo mettevano dalla stazione di Chiusaforte da dove effettivamente serviva).
Con il passare degli anni , ormai su tante altre linee ferroviarie, tutto continuò così, viaggi interi a un finestrino aperto, l'emozione di vedere il serpentone del treno in corsa, o al vetro di coda, imprecando quando su una linea interessante in coda c'era un bagagliaio oppure per un periodo ci furono vetture con vetri non trasparenti. Poi dopo entrato in ferrovia ecco la conquista della visione davanti, prima con macchinisti amici, e poi in seguito con i regolari permessi di servizio, che io ovviamente sfruttavo anche nei miei viaggi privati, tanto i macchinisti non potevano mica sapere perchè venivo là, e si mettevano a completa disposizione. Devo dire però che in parecchi di questi casi si verificarono degli inconvenienti di viaggio e molte volte ho pure contribuito positivamente a dare una importante mano a risolverli.
Però intanto che il progresso avanzava notavo che per gli appassionati le situazioni diventavano sempre più difficili. Intanto le linee secondarie, e non solo in Italia. Molti appassionati per non mangiarsi le ferie si muovevano il sabato e soprattutto la domenica, quando su molte linee il servizio veniva sospeso. Poi arrivò il problema delle arie condizionate e quindi i vetri bloccati, poi arrivarono i treni navetta e così addio code, cabine chiuse di quà e di là, con l'impressione per i viaggiatori di essere sempre più chiusi in scatola....
Ovviamente andando in pensione per me tutto ritornava alle origini, guardare e non toccare, in pratica pur rimanendo nell'animo "dentro" in sostanza si è "fuori". Anche perchè i ferrovieri di oggi, dopo anni di dittatura morettiana, sono quasi tutti impauriti e prevenuti e vedono in chi si interessa al loro lavoro un potenziale nemico, che magari li osserva per denunciarli e metterli nei guai. Magari girando un filmetto da mettere in piazza su youtube. Un ritorno al passato dunque, per me. Solo che con le arie condizionate, i vetri bloccati, e i treni navetta non era più possibile ritornare alle origini con finestrini aperti e vetri di coda. Però ecco una piacevole scoperta: i treni Intercity erano effettuati con vetture dotate tutte di grandi vetri di coda e trainati da motrici normali. Almeno quelli ridavano il buon vecchio treno, almeno in parte.
Recentemente per motivi personali ho percorso molte volte la vecchia direttissima Bologna-Prato, e grazie ai citati Intercity me la sono sempre goduta dal vetro di coda.
Ma con l'ultimo viaggio ecco la brutta novità. Le locomotive E 402 sono in fase di conversione e diventano E 401 monocabina. E con una nuova vettura pilota ecco che anche gli intercity stanno diventando treni navetta, chiusi da ambo le estremità, con i viaggiatori inscatolati con i finestrini bloccati. Il progresso avanza, e fa le sue vittime. E così non resta che rassegnarsi, ed ecco spiegato il titolo, ADDIO BEL PASSATO.....