Come si organizzavano i turni?

Spazio dedicato alle discussioni sulla normativa di esercizio delle FS (Regolamenti, Disposizioni, Istruzioni, Circolari, Ordini di Servizio)

Messaggioda Macaco » 19/02/2015, 11:44

Nel completo rispetto delle norme, i riposi settimanali erano solo quattro nell'arco delle quattro settimane. Ovviamente per i turnisti uno solo di questi riposi cadeva di domenica. Nelle altre tre domeniche in una si faceva P, in un'altra M-N e c'era anche quella che si smontava alle 6 dal turno notte. Per andare in pari con le ore lavorate e fare la media delle 40 settimanali vi erano i Riposi Compensativi (Rc). Così capitava di avere un turno così concepito R-P-M-N-Rc-P-..... Cioè si aveva uno stacco lavorativo di ben 55 ore dopo la notte e la ripresa con il turno pomeridiano.

- Giorno 1 si smonta dal turno notturno alle 6 = restano 18 ore fino alle ore 24.

- Giorno 2 vi sono 24 ore complete di libertà:

- Giorno 3, prima del turno Pomeriggio si hanno 13 ore libere.

Quindi (18)+(24)+(13) = 55.

Questo però solo laddove il Cs Titolare non era immesso nel turno e quindi i DM non dovevano sorbirsi anche le sue notti.

Ad agevolare la stesura e la formulazione dei turni vi erano poi anche altre norme:

Articolo 6 - Disposizioni varie.
3)- Per esigenze di servizio o per difficoltà nella compilazione degli orari e dei turni , il riposo settimanale del personale, compreso quello dei treni e di macchina, può essere posticipato di un giorno o, eccezionalmente, previo accordo con le Organizzazioni Sindacali, di due giorni, oppure può essere anticipato.
4)- Nei periodi di forte lavoro o per circostanze eccezionali, il riposo settimanale del personale, ESCLUSO QUELLO DEI TRENI E DI MACCHINA, può essere differito per non più di un mese; il provvedimento può essere attuato per un solo riposo in un ciascun mese solare. """



Come vedete, man mano che ci addentriamo nel labirinto normativo dei turni, spuntano nuovi risvolti sconosciuti ai lettori.
In questo post ne ho appena introdotto due:
a) Turni del personale dei treni e di macchina. Su questo argomento vi intratterrà prossimamente l'amico E44.
b) Le "esigenze di servizio" e le "circostanze eccezionali" saranno trattate nei prossimi interventi attingendo alle Istruzioni Aziendali.
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.
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Messaggioda Macaco » 19/02/2015, 13:07

Una piccola chiosa prima di andare avanti. La copertura dei turni era un districarsi tra le norme, la disponibilità di personale, le immancabili esigenze dello stesso, le mancanze improvvise dovute a malattie, guai familiari, infortuni extralavoro, ecc. . Ma non è di questo che voglio parlarvi. Un addetto ai turni della segreteria di un grosso impianto spesso non associava la figura umana al turno che stava compilando. Il più delle volte non rammentava neppure il volto della persona. Come un cruciverba doveva riempire le caselle. Differente era il caso del Cs Titolare di una piccola stazione che conosceva personalmente ogni singolo suo dipendente. Perciò era impossibile stilare i turni senza coinvolgimenti emotivi ed umani. Si cevrcava di venire incontro per quanto possibile, senza danneggiare gli altri e spesso anche senza esplicite richieste. Come un buon padre di famiglia si faceva fare lo straordinario a chi aveva più necessità economiche. Oppure si facevano saltare più riposi al giovane che, stando lontano da casa, preferiva passare più lunghi periodi in seno alla famiglia. Come pure si sorbiva lui stesso qualche notte lasciando libero il DM di stare vicino ad un familiare bisognoso di assistenza.
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Messaggioda Capostazione » 21/02/2015, 14:28

Probabilmente Macaco si riferisce a periodi anteriori al 1974 perché da quando entrai in Ferrovia io non vidi mai CS Tit svolgere turni di movimento, salvo in una stazione dove il Tit faceva qualche presenza per compiacere una collega femmina.
Giusto per la cronaca: quella collega fece poi carriera negli uffici, mentre il Tit quando furono soppresse le titolarità dovette ritornare a fare il turnista e riuscì con fatica ad arrivare Professional (qualifica che invece meritava ben prima).
Quanto ai Riposi Compensativi (RC) per pareggiare le 40 ore settimanali, vi era anche quello mensile (cioè con cadenza ogni 4 settimane) che comportava un giorno in più a casa; in questo caso la cadenza del turno era ...-N-R-RC-P (oppure M) ... con un distacco lavorativo di 79 o 72 ore.
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Messaggioda Macaco » 21/02/2015, 16:32

Due precisazioni per l'amico Sergio.

Anche dopo il 1974 vi erano tantissime stazioni con il titolare in turno al movimento con turni Pomeriggio e Mattina, quattro giorni su sette. Un altro giorno era in CP (Contemporanea Presenza) per contabilità e disbrigo pratica amministrative. Vi erano anche altre stazioni con il CS Titolare con un solo turno al movimento, di solito al Pomeriggio. Parlo del periodo in cui tutte le stazioni, assuntorie e fermate avevano un TITOLARE, in turno rotativo o NON, a seconda dell'importanza dell'impianto, del traffico svolto e della diversificazione dei trasporti.

Parlo con cognizione di causa, non solo in riferimento a diversi periodi. Sono stato movimentista e Titolare in molteplici impianti, in ben quattro Compartimenti ferroviari. Non credo proprio che le Ferrovie, prima dell'avvento delle Stazioni Madri, tenessero un Cs Titolare esentato dal movimento anche nelle piccole stazioni solo per fare contabilità, segreteria e sorveglianza su un organico di una decina di persone. Parlo ovviamente delle mie esperienze. Nulla toglie che vi siano state realtà diverse. Specialmente nel ricco e fiorente Nord Est, specialmente al tempo di quando tutte le merci viaggiavano per ferrovia con stazioni aventi gestioni separate, enorme traffico viaggiatori, trasporti a carro e magari a contatto con l'estero.

Nel corso della trattazione si parlerà ampiamente dei turni. Anche di quelli con il Cs Titolare al Movimento. A proposito, in quelle stazioni le normali verifiche di movimento potevano essere effettuate solo dal Capo Reparto Movimento od altri Funzionari Superiori.
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Messaggioda Macaco » 21/02/2015, 18:05

In questo topic cerco di spiegare una delle tanti ragioni per cui un Cs Titolare POTEVA essere regolarmente esentato dall'utilizzo in turno come Diriente Movimento.

viewtopic.php?f=42&t=739

Se lo gradite posso illustrarvi tante altre ragioni per cui Lui non metteva in tetsa il berretto rosso e non spalettava. Ma erano ECCEZIONI e non la regola. Almeno per le piccole e piccolissime stazioni.
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Messaggioda Capostazione » 21/02/2015, 22:11

Io mi riferisco esclusivamente alle situazioni che ho trovato nelle 7/8 stazioni piccole dove ho prestato servizio, ognuna con il proprio titolare.
In tutte il Tit svolgeva esclusivamente mansioni amministrative e in alcune c'era anche il Gestionista.
Solo in una il Tit faceva alcune ore di sovrapposizione (cioè sussidio) al DM.
Devo anche ricordare che quando a corsi di aggiornamento professionale (Genova, Chiusi, Venezia, Verona ed altri) si scambiavano impressioni con colleghi di stazioni del centro-sud, sembrava di far parte di due organizzazioni ferroviarie che avevano in comune solo lo scartamento dei binari.
Lungi da me qualsiasi intenzione di critica, solo constatazioni dalla mia esperienza ferroviaria.
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Messaggioda Macaco » 22/02/2015, 9:40

Se ricordo bene affinchè il Cs Titolare avesse anche il segreterio il numero dei dipendenti amministrati doveva essere superiore a trenta. Già di per se avere anche il Gestionista stava a significare che in quella stazione i servizi commerciali erano notevoli tanto da non poter essere cumulati con le mansioni del Dirigente Movimento. Figuriamoci poi con quelle del Titolare. I parametri adottati nell'organizzare il lavoro in una stazione non erano rapportati al "territorio" bensì alla quantità di lavoro svolto e dei servizi offerti alla clientela nonchè agli incassi . Tali parametri in parte scaturivano dai prospetti statistici di ogni singolo impianto ed in altra parte dalle commissioni paripatetiche che sovente valutavano in loco i reali flussi di traffico e le flessioni sensibili degli stessi. Sia ben chiaro che gli "indici" di importanza di una stazione e la conseguente "pianta organica" non derivavano solo dalla quantità dei treni che passavano in quella stazione, ma da una attenta analisi statitistica di tutto l'impegno orario di ogni singola attività per il numero degli addetti. L'amico Sergio può ben comprendere di cosa parlo se è incappato nei registri M.530, M.64, M.64c, C.190. ecc., per citarne solo alcuni (validi per tutto lo "stivale ferroviario, isole comprese).
Per i non addetti oggi posterò alcuni interventi su come erano organizzate le stazioni di un tempo. Sempre se trovo la disponibilità temporale e mentale, influenza permettendo.
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Messaggioda Macaco » 01/03/2015, 10:52

Resto ancora un attimo sul tema dei Riposi.
Abbiamo detto che UN riposo settimanale su tre poteva essere differito. Questo riposo "saltato" veniva fruito accoppiato di solito ad un altro riposo settimanale in modo da avere un periodo più lungo per rigenerare il corpo e lo spirito, presentandosi a riprendere il lavoro "freschi e riposati". Questa era solo teoria per molti ferrovieri turnisti e poi vedremo il perchè.

Però nello svolgimento dei turni rotativi, nell'arco delle quattro settimane potevano aversi anche quattro Riposi Compensativi (Rc) oltre a quelli settimanali. Vi era pure un Riposo infrasettimanale (Ri) per il personale che fruiva di prestazioni ridotte (manovre). Orbene poteva succedere che venisse chiesto al personale di "saltare" più di una volta l'Rc oppure L'Ri. E ciò era "legalmente" possibile poichè la norma sopra menzionata era limitativa solo per i riposi settimanali veri e propri.
Alcuni "barattavano" questi riposi (Rc ed Ri) con il compenso per lavoro straordinario, ma la maggior parte "accumulavano" i riposi per fruirli poi tutti insieme. Questo anomalo modo di lavorare dei turnisti era caratteristico dei pendolari sulle lunghe distanze. Di solito erano giovani, scapoli e senza familiari, che mettevano assieme tre o quattro riposi e restavano presso la famiglia d'origine, magari al Sud, una settimana intera lontani dal lavoro. Costoro smontavano dalla notte e partivano per ritornare a fare il Pomeriggio dopo una nottata passata in treno.

Altro che "freschi e riposati".

Non a caso nella vecchia ferrovia dello Stato si esigeva dal dipendente l'obbligo della "residenza" sul posto di lavoro od in località viciniori.
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Messaggioda Macaco » 01/03/2015, 18:36

A dir la verità anche io ho fatto il pendolare sulle lunghe distanze. Anche il Don è stato giovane. Quella sera avevo ballato fino alle ore piccole con la fidanzata di allora (adesso moglie da oltre quaranta anni). Verso l'una di notte presi ad Agropoli un treno diretto al Sud. Non faceva servizio viaggiatori, la fermata era per aggiungere la spinta. Trovai uno scompartimento completamente libero e subito mi sdraiai dormendo come un sasso. Dovevo fare il pomeriggio a Gesso, per cui avevo il tempo di andare nella pensione a Messina per fare una doccia, cambiarmi, mangiare alla trattoria del mio amico Salvatore a Messina Marittima e dare poi puntualmente il cambio alle 13.30. Dormivo alla grande ma un forte contraccolpo mi fece erroneamente arguire di essere già a Villa San Giovanni e che quei colpi erano dovuti alla manovra di imbarco. Ancora mezzo assonnato scostai le tendine e quasi mi prese un colpo leggendo "Catanzaro Lido" sul F.V. Era successo che mi trovavo su una vettura di una sezione che veniva staccata a S.Eufemia Lametia e non avevo avvertito le manovre di sezionamento. Scesi subito e presi al volo un altro treno ritornando alla stazione di diramazione per poi proseguire alla volta della Sicilia. Ebbi solo il tempo di mangiare un paio di arancini durante la traversata. Però riuscii a salire sull'accellerato delle 13.10 diretto a S.Agata di Militello ed arrivare a Gesso in tempo utile. Avevo nel borsone delle camicie della divisa e ne indossai una sui pantaloni a zampa di elefante che andavano di moda nel tempo. Lavorai così tutto il pomeriggio senza la giacca della divisa, nonostante fosse autunno inoltrato.
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