Quando nel lontano 1997 uscì sui giornali romani la notizia della volontà della regione Lazio, proprietaria della linea, di sopprimere il servizio e trasformare parte del tracciato in pista ciclabile, scrissi all'allora assessore regionale per i trasporti Michele Meta una lettera nella quale esternavo la mia contrarietà alla soppressione della linea e facevo presente che con una spesa relativa di potenziamento, si poteva avere quello che, a somiglianza di quanto già fatto dalla regione Trentino Alto Adige con l'acquisizione della ferrovia Trento-Malè, poteva essere fatto con la Roma-Fiuggi. Cioè una linea metropolitana regionale che interessava l'area delle province di Roma e Frosinone.
Dopo del tempo, con mia somma sorpresa, ricevetti una risposta alla mia lettera, della quale allego la copia.
In essa, chiaramente, si capisce che politicamente c'era la volontà di dismettere il servizio a favore del trasporto su gomma. D'altra parte quando si mettono corse su strada in parallelo alla ferrovia e contemporaneamente si smette di effettuare la manutenzione corrente del sedime, prima o poi un sasso può sempre cadere e creare i presupposti per sospendere il servizio nel nome della sicurezza. Poi, quando l'utenza si è assuefatta all'uso alternativo, se si sopprime il servizio su rotaia sponsorizzando la stampa di parte che nel nome della modernità da sempre è contraria alla ferrovia, nessuno fiata.
Oggi di questa linea centenaria ne rimane un mozzicone con un servizio tranviario all'interno della città e nessuno si sbilancia a dire che fine dovrà fare.