da Giovanni Pighini » 03/05/2017, 20:03
Articolo che fuga alcuni dubbi alimentati dalle prime notizie:
«Il macchinista ha evitato una strage»
La drammatica testimonianza di un dipendente Rfi che era a bordo del treno-cantiere schiantatosi martedì a Bressanone di Mario Bertoldi
BOLZANO. «Non è vero che non è stato dato l’allarme poco prima dello schianto del locomotore del convoglio tecnico nel cantiere ferroviario di Varna. È vero il contrario e cioè che è stata l’estrema professionalità del macchinista ad evitare una strage. Quando ha capito che i freni non rispondevano e che non avrebbe avuto la possibilità di fermare il convoglio spinto da un carico di 1500 tonnellate, è rimasto sino all’ultimo al suo posto, ha consigliato a tutti i lavoratori come posizionarsi per affrontare al meglio lo schianto e, via radio, ha avvertito tutti coloro che si trovavano sull’altro mezzo».
È la testimonianza di un dipendente di Rfi che si trovava sul convoglio tecnico impazzito e che non dimenticherà mai i momenti terribili dello schianto cui sono seguiti esplosione ed incendio della locomotiva alimentata a gasolio. Un incubo. Il tecnico della Rfi (presente sui mezzi di cantiere come assistente delle ferrovie) ha dovuto far ricorso allo psicologo per cercare di liberarsi dallo choc. Non sarà facile. Ma rispetto a quanto si è detto e scritto su questo spaventoso incidente ha voluto puntualizzare che il comportamento del macchinista è stato esemplare. «Ha veramente evitato una strage - racconta - era disperato perché il sistema frenante non rispondeva ma ha affrontato la situazione con coraggio dando consigli ai lavoratori sul convoglio di come prepararsi ad affrontare lo schianto. Se non avesse avvisato anche i lavoratori dell’altro mezzo di quanto stava accadendo, le conseguenze sarebbero state spaventose». Sulle cause del disastro anche il tecnico della Rfi non s a darsi alcuna spiegazione. Si è parlato di freni consumati, di errore umano. In realtà sarà una super perizia a dover indicare alla magistratura in primo luogo cosa effettivamente è accaduto e poi le eventuali ipotesi di responsabilità. Il tecnico però ricorda perfettamente che il convoglio impazzito per tutta la prima fase di lavoro all’apertura del cantiere non aveva evidenziato anomalie tecniche ed anche il sistema frenante sarebbe stato perfettamente funzionante. Dunque al momento è realmente difficile ipotizzare cosa possa essere accaduto. L’attenzione dei periti che si dovranno occupare del caso sarà rivolta anche ad una manovra di separazione di una parte del convoglio in quanto in quella fase è probabile che il sistema frenante debba essere trattato con particolari accorgimenti tecnici per garantire un corretto funzionamento su entrambi i tronconi del mezzo. Per il momento comunque il procuratore Markus Mayr non ha ancora iscritto nessun nome sul registro degli indagati.