2 marzo circa ore 8.30. Una locomotiva diesel di manovra tampona violentemente il treno merci 48748 sul binario 4 della stazione di Bivio d'Aurisina.
In sostanza è successo questo: a Villa Opicina dopo una serie di manovre, il diesel si è fermato vicino agli scambi estremi lato Bivio, il macchinista lo ha spento ed è sceso. Non è chiaro perchè è sceso, se aveva finito di manovrare o semplicemente per qualche suo motivo strettamente personale, ma propendo per la seconda ipotesi perchè quando le manovre terminano il diesel lo mettono in un tronchino, qui invece era su un binario di circolazione.
Fatto sta che scendendo il macchinista non ha messo il freno a mano e non ha considerato che in quel punto il piazzale non è orizzontale ma lievemente inclinato, 2 per mille. Così la motrice ha cominciato a muoversi e passati gli scambi dove la pendenza va al 14 pm. ha cominciato a correre. E naturalmente SCMT e compagnia funzionano se una locomotiva è attiva, se la locomotiva è inattiva va dove vuole, nessun dispositivo di sicurezza la può fermare.
Naturalmente la stazione ha dato l'allarme. In altri tempi, prima di Moretti e rete snella, alla stazione di Aurisina c'erano due tronchini di salvamento, con i deviatoi sempre girati per i tronchini, soltanto facendo itinerari di treni si disponevano per la linea. Ma Aurisina come stazione dopo rete snella è ormai un doppio binario di corsa con qualche binario deviato sopravvissuto ma troncato lato Opicina, e quel poco che è rimasto è pure impresenziato. Se ci fossero stati ancora i tronchini di salvamento tutto finiva lì, un diesel sfasciato, qualcuno nelle case vicine a chiedersi perchè si era sentito un gran botto, e tutto restava "in famiglia".
Ma i tronchini grazie a Moretti non ci sono più, e allora?
In quel momento a Bivio Aurisina c'era sul binario 4, binario di corsa pari, il merci 48748, costuito da tutta una serie di carri tramoggia carichi di cereali, in tutto circa 1000 tonnellate. Era fermo, non è stato ancora chiarito se era fermo perchè aspettava la via libera di blocco di linea oppure se è stato fatto fermare apposta per fare da tappo alla linea successiva.
Fatto sta che il diesel ormai sui 100 all'ora (le deviate di Bivio Viadotto e di stazione sono a 30 ma lo si è visto in altri casi "tengono bene") è entrato in stazione ed ha tamponato il merci, incastrandosi dentro il carro di coda; e miracolosamente nè la motrice nè il carro sono sviati. Il diesel si è infilato dentro il carro e tutto è finito lì, senza danni al binario e alla linea TE.
Poi è cominciato il casino treni, perchè il binario 3 di precedenza aveva la sagoma limite parzialmente ingombra e comunque doveva servire ai mezzi di soccorso, il binario 1 è lungo la metà degli altri e non viene mai usato per circolazione treni, restava quindi soltanto il binario 2 di corsa treni dispari. Per di più subito gravato da un rallentamento a 30. Diventava quindi evidente che il doppio binario fra Monfalcone e Trieste diventava in stazione di Bivio Aurisina un lungo tratto di semplice binario a velocità ridotta. Con gli incroci da farsi fuori stazione, in piena linea. Fra Bivio Aurisina e Trieste avrebbe potuto dare una mano anche la stazione di Grignano con i suoi quattro binari, ma anche questa dal 2010 non esiste più grazie a Moretti e rete snella.
Quindi molti treni soppressi fra Monfalcone e Trieste; e altri treni che hanno raccolto i viaggiatori dei treni soppressi, che però non sono bastati, quindi ci sono voluti pure dei bus, soprattutto fra le 8.30 e le 12.30, quando la circolazione treni è stata completamente bloccata per i relativi accertamenti. Ma anche dopo diversi bus hanno continuato fino a sera.
I ritardi sono stati molto alti, in qualche caso ore, il traffico merci completamente paralizzato. Su viaggiatreno è apparsa la notizia che "il traffico è perturbato per inconveniente tecnico". Ovviamente folle inferocite nelle varie stazioni e sui treni, e danno di immagine.
Certamente chi ha sbagliato pagherà. Ma se ci fossero stati ancora quei due tronchini tutto restava in famiglia e salvo gli addetti ai lavori nessuno lo avrebbe saputo. Grazie, Ingegner Mauro Moretti!