Lampo il cane viaggiatore
Inviato: 18/01/2012, 14:29
La storia è ben nota.Nel 1953 nella stazione di CAMPIGLIA MARITTIMA arrivò un cane, che chiese ospitalità, e l'ottenne. Ma poi non si limitò a questo, e cominciò a viaggiare sui treni, percorrendo viaggi lunghi e addirittura prendendo coincidenze, con un modo di fare migliore in certi casi degli umani.
Il ferroviere gestionista che lo accolse, ELVIO BARLETTANI, scrisse questa storia incredibile nel libro "Lampo, il cane viaggiatore", rivelandosi scrittore di grande talento. Un libro che merita leggere, perchè al di là della straordinaria vicenda del cane in esso è meravigliosamente ricostruita l'atmosfera delle stazioni di una volta, dove chi c'è stato ha modo così di rivivere quell'atmosfera quasi da famiglia che si creava fra il personale. Libro perciò che ha un valore anche come documento di un bellissimo passato umano, che le varie riforme ferroviarie hanno brutalmente distrutto, donandoci una sfilza di impianti in telecomando sena nemmeno...un cane, o addirittura chiusi e abbandonati, il tutto perchè così si riparmia.
Il libro ha avuto già due edizioni, Garzanti scuola e De Agostini scuola; entrambi gli editori dimostrarono di non aver capito la sostanza del raccnto, trasformandolo in un libriccino per ragazzi, una semplice storia curiosa, tipo "c'era una volta...".
Ora esso ricompare con le Edizioni LA BANCARELLA di Piombino e l'appoggio del Dopolavoro Ferroviario di Grosseto in una veste finalmente degna del capolavoro letterario che il libro è.
Vi è pure una grossa novità. Il figlio di Mauro Panicucci (collega di Barlettani che quindi visse con lui la storia di Lampo) MASSIMO PANICUCCI ha illustrato il volume con dei bellissimi disegni che fanno così vedere capitolo dopo capitolo la vicenda. E danno alla storia il tocco che mancava.
Un libro perciò che sia i ferrovieri che gli appassionati dovrebbero leggere.
Ricordo che in stazione di Campiglia Martittima vi è il monumento a Lampo, che ritrae il cane che saluta con la zampina i treni che passano, con accanto il beretto di capostazione e la paletta di comando.
Il ferroviere gestionista che lo accolse, ELVIO BARLETTANI, scrisse questa storia incredibile nel libro "Lampo, il cane viaggiatore", rivelandosi scrittore di grande talento. Un libro che merita leggere, perchè al di là della straordinaria vicenda del cane in esso è meravigliosamente ricostruita l'atmosfera delle stazioni di una volta, dove chi c'è stato ha modo così di rivivere quell'atmosfera quasi da famiglia che si creava fra il personale. Libro perciò che ha un valore anche come documento di un bellissimo passato umano, che le varie riforme ferroviarie hanno brutalmente distrutto, donandoci una sfilza di impianti in telecomando sena nemmeno...un cane, o addirittura chiusi e abbandonati, il tutto perchè così si riparmia.
Il libro ha avuto già due edizioni, Garzanti scuola e De Agostini scuola; entrambi gli editori dimostrarono di non aver capito la sostanza del raccnto, trasformandolo in un libriccino per ragazzi, una semplice storia curiosa, tipo "c'era una volta...".
Ora esso ricompare con le Edizioni LA BANCARELLA di Piombino e l'appoggio del Dopolavoro Ferroviario di Grosseto in una veste finalmente degna del capolavoro letterario che il libro è.
Vi è pure una grossa novità. Il figlio di Mauro Panicucci (collega di Barlettani che quindi visse con lui la storia di Lampo) MASSIMO PANICUCCI ha illustrato il volume con dei bellissimi disegni che fanno così vedere capitolo dopo capitolo la vicenda. E danno alla storia il tocco che mancava.
Un libro perciò che sia i ferrovieri che gli appassionati dovrebbero leggere.
Ricordo che in stazione di Campiglia Martittima vi è il monumento a Lampo, che ritrae il cane che saluta con la zampina i treni che passano, con accanto il beretto di capostazione e la paletta di comando.