Ecco qui come promesso, ho fatto un po' la sintesi di un'apposita istruzione, mi scuso fin d'ora per la qualità delle immagini ma se aspettavo ancora un po' campa cavallo...
Come di recente abbiamo potuto constatare (senza entrare nel merito della gestione del servizio in tempo di neve e gelo attuata), la formazione di ghiaccio e il deposito di neve a seguito delle precipitazioni o del passaggio dei treni compromettono la libera manovrabilità dei deviatoi, siano essi centralizzati o con manovra a mano, mettendo spesso in crisi la funzionalità dei piazzali di stazione e quindi di conseguenza la circolazione sull'intera rete.
Per evitare o ridurre i gravi effetti sopra scritti si iniziò negli anni '60 si avviarono studi e sperimentazioni al fine di evitare la formazione degli elementi che, durante le avverse condizioni meteo invernali, impediscono la manovra delle parti mobili degli scambi mediante somministrazione di calore. La scelta e la definizione dei mezzi fu condizionata da due fattori e cioè dal modo più proficuo per la trasmissione del calore e dalla fonte di energia disponibile. Per il primo non vi furono dubbi sull'irraggiamento per via del maggior rendimento in ambienti aperti e ventilati, per cui la scelta cadde sui riscaldatori a raggi infrarossi. Per il secondo la scelta si poté effettuare tra l'energia elettrica (e qui lascio la parola ai tecnici degli AC) o con gas dei vari tipi disponibili come gas di città o gas metano prelevabili dalle reti di distribuzione esistenti, oppure gas di petrolio liquefatto (propano industriale) immagazzinato in appositi depositi da allestire appositamente in ambito ferroviario.
La principale differenza tra i due tipi di gas per quanto riguarda stoccaggio e trasporto sta nel fatto che i g.p.l. sono appunto allo stato liquido e vengono fatti vaporizzare appena prima di essere utilizzati grazie alla bassa pressione a cui avviene il passaggio dallo stato gassoso a quello liquido (circa 6.75 bar).
Ci troviamo quindi ad avere due tipi di impianti per la distribuzione del gas agli snevatori a seconda che questo sia g.p.l. oppure gas naturale (oramai il gas di città non viene più utilizzato).
Impianti di riscaldamento degli scambi a raggi infrarossi alimentato con g.p.l.E' da premettere che, data la particolarità del gas, nelle installazioni che si trovino ad operare in condizioni di esercizio con basse temperature e/o in cui sia necessario prelevare grandi quantità (portate) è necessario riscaldare il prodotto liquido al fine di agevolarne la vaporizzazione; questa trasmissione di calore avviene tramite dei particolari apparecchi denominati “vaporizzatori”, essi riscaldano la massa liquida indirettamente tramite uno scambiatore di calore ad acqua riscaldata da un'apposita caldaietta elettrica o a g.p.l. oppure direttamente tramite resistenze elettriche immerse in essa.
Un impianto di tale tipo è composto da: centralina di stoccaggio e distribuzione, rete di distrbuzione e dispositivi di riscaldamento.
Le centraline sono scelte in base al fabbisogno ed alle possibilità di installazione offerte in loco e ve ne sono di tre tipi:
Centraline con batterie di bombole da 15kg (due batterie di cui una utilizzata ed una di riserva in cui il passaggio dall'una all'altra avviene automaticamente tramite un gruppo inversore riduttore, non vi è vaporizzatore).
- Centralina con bombole da 15kg
Centraline con bombole d 100kg e pescanti in fase liquida ove la richiesta sia superiore a 8-10 kg/h (il gas viene pescato in fase liquida da un delle due batterie e tra inversore e riduttore è presente un vaporizzatore adeguato alla portata, la commutazione tra batteria in uso e di scorta avviene sempre automaticamente).
- centralina con bombole da 100kg
Centraline di distribuzione con serbatoio fuori terra per grandi portate (composte da un serbatoio fino a 50mc, un gruppo di travaso in fase liquida e gassosa con relative valvole di intercettazione per i rifornimenti da carri cisterna/autocisterne, ed il gruppo vaporizzatore/riduttore di pressione).
La rete di distribuzione principale ha inizio a valle di un regolatore di pressione principale (tarato a circa 1,5 bar) ed è costituita da tubi di acciaio senza saldature da cui si diramano le condutture della rete secondaria a valle di valvole di intercettazione e regolatori di pressione secondari (tarati a circa 0,7/1 bar: pressione a cui funzionano i bruciatori e con portata sufficiente ad alimentare circa 100 apparecchi.), nei punti più depressi della rete vengono ubicati degli appositi bariletti per la separazione della condensa. Le tubazioni corrono nei piazzali all'interno di cunicoli bitumati e con appoggi in legno i cui coperchi sono affioranti al suolo e sui cui a tratti vi è la scritta gialla “propano”.
- rete di distribuzione