Forni

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Messaggioda freelancer » 20/10/2013, 15:03

Giancarlo, visto che l'oggetto in questione è (o dovrebbe essere) un "consumabile", hai la foto di un tappo fusibile prima del montaggio?
Paolo
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 20/10/2013, 17:08

Poichè a portata di mano ho un tappo che utilizzo come fermacarte, metto queste foto.

tappo-1.jpg


Quì si vede chiaramente che la sua tenuta era giunta al limite.

tappo-2.jpg


La marcatura è quella del soppresso deposito di Grosseto

tqppo-3.jpg
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Messaggioda freelancer » 15/12/2013, 20:51

Avevo già trovato che l'interno di bronzo del tappo ha una "rigatura" elicoidale, un po' come le canne delle armi da fuoco, e nelle foto sopra è abbastanza evidente.
Questa "rigatura" a cosa serve, visto che la lega bassofondente è colata nel foro?
A impedire che la pressione spinga la lega fuori dal tappo, come avverrebbe se l'interno fosse liscio?
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Messaggioda ioannesg » 15/12/2013, 21:09

Ma non si avvitano? E la parte "fondente" è all'interno del tappo? Io credevo fosse così
Giovanni
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 15/12/2013, 23:21

Il tappo ha una filettatura leggermente conica che gli permette di essere svitato facilmente per il controllo. Viene avvitato dall'interno del forno e la parte con la marcatura si viene a trovare a contatto con l'acqua. Il foro nel quale viene colato il piombo ha due diametri, quello maggiore si trova nella parte superiore tale da formare un gradino che fa in maniera da evitare che la pressione esistente all'interno della caldaia spari fuori la lega fondente.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 16/12/2013, 22:26

Per completezza dell'informazione, sul libro edito dal CIFI "La locomotiva a vapore" c'è il disegno di un tappo simile a quello delle foto.

tappo fusibile.jpg


e dove questi vengono montati.

CIELO.jpg
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Messaggioda freelancer » 18/12/2013, 22:20

Allora è davvero scavato dentro, anche se non proprio come avevo visto su un disegno credo degli anni Trenta (francese), che appunto faceva ricordare la canna di un'arma da fuoco. Siccome i risalti, basta uno squadretto, da un lato non coincidono con quelli dell'altro, si può parlare più di un elicoide.
Lo scopo di non "sparare" la lega integra è evidente. Notare la forma conica-cilindrica dello sbocco, fatta come l'ugello di un razzo per sparare il vapore sulle fiamme in caso di fusione.
Viene spiegato di che tipo deve essere la lega? Piombo puro o qualche lega speciale? O magari cambiava a seconda delle pressioni operative (12 bar tengono l'acqua liquida a circa 200 °C, poi però si sale).
La cosa assurda è (trovato conferma!) che in Germania montano un solo tappo fusibile, al centro del cielo del forno, alla faccia della robustezza teutonica... Era in Francia che ne usavano tre se il forno superava una certa lunghezza, due come da noi negli altri casi. Penso che i "mostri" americani ne montassero anche di più, lì c'entrava anche la larghezza, ma non ho notizie precise.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 19/12/2013, 0:12

Anche per le macchine italiane il numero dei tappi variava. Per quelle con forno grande erano due,mentre le piccole, 835, 875, 880, di tappi ne avevano uno solo posto al centro del forno.
Sembrerà strano, ma le macchine americane, viste le dimensioni che avevano dei forni, non avevano i tappi fusibili. Non so per quale motivo o se avessero altri sistemi di sicurezza, ricordo però di aver letto una relazione sui danni arrecati al forno di una macchina che per incuria del personale di condotta le avevano fatto scoprire dall'acqua il cielo del forno.
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Messaggioda freelancer » 20/12/2013, 21:43

Giancarlo Giacobbo ha scritto:Sembrerà strano, ma le macchine americane, viste le dimensioni che avevano dei forni, non avevano i tappi fusibili. Non so per quale motivo o se avessero altri sistemi di sicurezza, ricordo però di aver letto una relazione sui danni arrecati al forno di una macchina che per incuria del personale di condotta le avevano fatto scoprire dall'acqua il cielo del forno.

Richvale, California, giorno di Natale 1931: scoppio della caldaia di una GS-1 della Southern Pacific (2'D2' entrata in servizio circa un anno prima).
Data imprecisata del 1942: scoppio della caldaia di una AE (mallet (1'E)E1') delle Virginian; si racconta che sul caboose il personale pensò a una brusca frenata o ad uno spezzamento del treno.
Era una di queste?
Purtroppo le cause non le so (non so se lo NTSB ce le fornirebbe, ammesso che abbia i documenti), ma la rottura del forno potrebbe starci.
So di un articolo su Trains una ventina di anni fa riguardo gli scoppi delle caldaie, ma non conosco tuttora nessuno che legga quella rivista.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 21/12/2013, 15:58

freelancer ha scritto:Era una di queste?

Era la relazione finale di una inchiesta sulle conseguenze di un colpo di fuoco provocato dalla mancanza d'acqua sul cielo del forno che portò allo scoppio della caldaia. Ma non ricordo quando e su quale macchina avvenne.
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Messaggioda CARLO PEZZINI » 23/12/2013, 17:01

La lega utilizzata nei tappi fusibili delle macchine italiane è quella P, ovvero puro e semplice piombo. La sigla impressa sul piombo identifica l'impianto che ne ha curato il confezionamento, nel caso della foto precedente GT sta per Grosseto.
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Messaggioda freelancer » 09/01/2014, 20:49

Giancarlo Giacobbo ha scritto:
freelancer ha scritto:Era una di queste?

Era la relazione finale di una inchiesta sulle conseguenze di un colpo di fuoco provocato dalla mancanza d'acqua sul cielo del forno che portò allo scoppio della caldaia. Ma non ricordo quando e su quale macchina avvenne.

Trovato alcune foto della distruzione della AE delle Virginian: avvenne il 1° aprile del 1941 (ricordate che gli americani mettono prima il mese e poi il giorno) a Stewartsville. Quindi nessuno dei due incidenti che conosco sono avvenuti in tempo di guerra. Mi è bastato mettere le chiavi di ricerca "boiler explosion" "class AE" ed è venuto fuori.
Qui: http://www.nwhs.org/archivesdb/selectdo ... =rs&id=897
Nonostante il watermark, si capisce abbastanza. Quei tiranti contorti fanno un po' impressione. La locomotiva poi sembra colpita da una cannonata! :shock:
E la sua caldaia era timbrata a soli 10 bar per poter usare distributori a cassetto sui cilindri BP...
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Messaggioda freelancer » 30/01/2014, 21:32

Non è proprio relativo ai soli forni, ma ovviamente li riguardava: in diversi testi (cartaceo solo l'Accomazzi/Garneri, ma trovati e scaricati altri in altre lingue) ho trovato che i tubi bollitori, e di conseguenza i fori nelle piastre, erano fatti in due maniere diverse: a ranghi orizzontali (disposti ai vertici di triangoli equilateri con un lato orizzontale) o a ranghi verticali (uno dei lati dei triangoli era verticale). Nelle costruzioni di casa nostra, cosa era preferito, se una preferenza c'era? Se un motivo di preferire una disposizione all'altra c'era, quale era?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 31/01/2014, 17:15

La disposizione dei tubi bollitori per le macchine italiane è la seguente:
per le macchine a vapore surriscaldato.
pistra tubiera 1.gif

Per le macchine a vapore saturo.
piastra tubiera 2.gif
piastra tubiera 2.gif (11.04 KiB) Osservato 18838 volte
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Messaggioda freelancer » 02/02/2014, 12:51

Ranghi verticali, quindi. Probabilmente perchè agevola il lavaggio, andando "a naso". Le schifezze passerebbero nelle "fessure" fra un rango e l'altro fino sul fondo.
L'altra disposizione (non ho capito usata da chi e se) agevolerebbe, sempre andando "a naso", lo scambio di calore con i maggiori moti convettivi dell'acqua attorno ai tubi.
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