Rifornitori idrici "particolari"

Spazio riservato alla tecnica della sede ferroviaria (opere civili e armamento) e alla trazione elettrica

Messaggioda freelancer » 18/10/2013, 22:08

Come si può rifornire d'acqua una locomotiva a vapore di tipo particolare (cabinata o con il serbatoio sotto la caldaia)?
L'enigma forse l'ho risolto.
Ci avevamo discusso su come si fossero rifornite d'acqua le locomotive cabinate.
Una delle ipotesi più accreditate (e forse più usata) era la colonna idraulica dotata di "proboscide" in tela gommata, ma poteva esserci un altro metodo.
La scoperta di questo secondo metodo l'ho fatta... in Svizzera.
Guardate qui (l'immagine non si apre ma si riesce a scaricare). Vedete quella specie di imbuto col tubo a S posato contro la parete di testa?
Mi è venuta l'intuizione: come si dice? se la montagna... eccetera. Beh, Se la colonna idraulica non va alla locomotiva, la locomotiva andrà alla colonna idraulica. Con un tubo in dotazione.
Le poche foto di colonne idrauliche della FTV (qui una) non lasciano pensare che la "proboscide" ci fosse. Che fosse usato qualcosa di simile all'imbuto?

Editato per renderlo meno enigmatico.
Ultima modifica di freelancer il 29/10/2013, 10:49, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 19/10/2013, 8:36

Era quella specie di imbuto che veniva ruotato fuori dal finestrino..... :roll:
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Messaggioda freelancer » 19/10/2013, 14:57

Ah, quindi si usava anche "a casa nostra".
A me è venuto anche un altro pensiero: a quante "lavate" si saranno presi gli operatori, visto che in quelle macchine il livello dell'acqua non si vedeva e il "pieno" si manifestava in modo intuibile.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 19/10/2013, 23:30

Io mi riferivo a quella foto. Che il medesimo sistema venisse usato anche in Italia è possibile. Però sulle macchine Borsig delle FTV, la botola per l'acqua era la cassetta posizionata sulla parte posteriore della cabina sotto la finestra centrale. Pertanto o si usava quella specie di imbuto, oppure visto che su quelle linee giravano solo quel tipo di macchine, era più facile che ad ogni colonna dell'acqua fosse attaccata una manichetta che veniva fatta passare attraverso il varco.
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Messaggioda freelancer » 21/10/2013, 22:23

In qualunque modo si facesse (in quella svizzera pare si infilasse l'aggeggio in una bocchetta dentro la locomotiva in modo da tenere l'imbuto fuori), nella foto di Noventa si vede la maniglia che aziona la valvola della colonna idraulica posta sul tubo e non raggiungibile da terra. La cosa permetteva, o meglio "imponeva", all'operatore di non scendere dalla locomotiva.


(simpatica quella colonna col serbatoio sopra, soprattutto piccolina. Grazie al ridotto ingombro, se riesco a dedurne le misure, proverò a riprodurla)
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 21/10/2013, 22:41

Non credo che il rifornitore di Noventa Vicentina sia quello originario dell'epoca della trazione a vapore, se guardi bene la foto, il tubo è troppo corto rispetto alla distanza che c'è con il binario. Ruotandolo non sarebbe mai arrivato in prossimità della macchina. Sono sicuro che era differente.
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Messaggioda freelancer » 23/10/2013, 10:24

Forse c'era un binario più vicino poi tolto? O poteva avere un tubo snodato? Altrimenti resterebbe un mistero perchè il tubo sia stato cambiato e non semplicemente fatto sparire (in diversi posti si vedono resti di colonne idrauliche senza più il braccio).
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 23/10/2013, 17:45

Sul libro di Enrico Bassi "Binari dimenticati" dedicato proprio alla linea Vicenza-Noventa-Montagnana, c'è una foto a pag.102 della stazione di Ponte di Castegnero. La foto è stata scattata fra i due binari di stazione in concomitanza ad un incrocio di automotrici. Nell'interbinario c'è un serbatoio dell'acqua con il tubo di rifornimento rivolto verso chi guarda. Così com'era, se veniva ruotato verso uno dei due binari, sarebbe arrivato in prossimità della locomotiva ma di sicuro non sarebbe arrivato alla botola. Secondo me al tubo c'era attaccata una manichetta che attraverso il finestrone posteriore veniva introdotta nell'apertura.
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Messaggioda freelancer » 24/10/2013, 20:38

Mi riesci a scannerizzare la foto? La mia mail la sai. ;)
Fra l'una e l'altra foto, forse qualcosa ci cavo... anche se non so come riprodurre la "proboscide": l'oggetto sarebbe in N... :?
Eviterei attrezzature inutilmente "monumentali".
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 25/10/2013, 7:47

freelancer ha scritto:Mi riesci a scannerizzare la foto? La mia mail la sai. ;)

Pssst ;)
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Messaggioda freelancer » 26/10/2013, 16:24

Ma erano piccoline... Quella ha le due ALn a fare da "scala", quella di Noventa ha le bici (di solito fra la parte più avanzata della ruota anteriore e quella più arretrata di quella posteriore c'era circa un metro e 75).
Sarà più difficile riprodurne una che... collocarla. :mrgreen:
A occhio tenevano meno di 10 mc.
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Messaggioda ioannesg » 26/10/2013, 16:31

Psssst (e noi? :D )
Giovanni
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Messaggioda freelancer » 28/10/2013, 12:30

Converrebbe spostare la disscussione in "sede ferroviaria" e cambiarle nome in "rifornitori strani" o qualcosa di simile.
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Messaggioda fas » 28/10/2013, 20:43

Fatto!
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Messaggioda freelancer » 29/10/2013, 11:01

Adesso potremo anche fare la rassegna di altri tipi di serbatoi e colonne idrauliche diverse dal solito.
Al di là di quella a U rovesciata e tubo in gomma usata per le locomotive trifasi (ma se ne vede una rifornire una 880 nel libro di Cornolò, almeno nella prima edizione), di colonne idrauliche fuori norma ce n'erano diverse.
Quelle attaccate direttamente alla parete della torre dell'acqua erano state usate anche in qualche impianto FS: ricordo la foto di una sulla vecchia Paola-Cosenza.

Qualcuno ha foto di rifornitori e torri dell'acqua un po' fuori dal normale, p. es. usate sulle concesse.
Ma poi... esisteva una normazione di questi apparati?
Paolo
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