Ferrovia Rimini S. Marino

Spazio dedicato alle ferrovie estere

Messaggioda marchetti625 » 03/05/2012, 23:58

VF21,abbiamo utilizzato contatti interruttori Variag e due contattori di inserzione. Le batterie erogano tensione a 48 e 90 volt. Allo spunto e sottocarico alimentando due motori,l'assorbimento è di circa 120 amp. che scende velocemente subito dopo a 50. L'inversione è effettuata utilizzando un solo motore mentre è possibile alimentare anche tutti e 4 in un solo verso o alimentare 3 motori per una sola direzione e sempre il quarto per la direzione opposta. Appena il controller sarà rimontato e collocato sulla cassa,le prove verranno effettuate dai rispettivi banchi alimentando direttamente il controller...

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Messaggioda Michele Ginanneschi » 04/05/2012, 7:03

Boia! Senza parole!
Ma, praticamente, dai banchi le catene che fanno girare gli alberi a camme corrono lungo tutta la macchina? Immagino che la cabina AT sia decentrata, magari addossata ad una cabina.
Per quanto riguarda la pratica costruttiva, penso che tutto questo derivi da una concezione più "tranviaria" del rotabile (mi sembra la vera specializzazione di CT per il materiale di trazione), destinato appunto a ferrovie ridotte o semitranviarie. Dico bene?
L'impossibile non esiste.
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Messaggioda andm » 04/05/2012, 18:12

Bè, ora che si tocca "con mano" la parte elettrica, il mio interesse aumenta inevitabilmente.
Mi sembra che abbiate curato particolarmente bene l'isolamento del controller. Certamente la lavorazione artigianale, la pazienza e la cura con cui avviene il restauro rendono questo manufatto molto più affidabile rispetto a molti apparecchi vedo utilizzare tutti i giorni..
Complimenti ancora, questa volta con un pizzico di invidia.
Andrea
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 04/05/2012, 19:08

Michele Ginanneschi ha scritto:Boia! Senza parole!
Ma, praticamente, dai banchi le catene che fanno girare gli alberi a camme corrono lungo tutta la macchina? Immagino che la cabina AT sia decentrata, magari addossata ad una cabina.
Per quanto riguarda la pratica costruttiva, penso che tutto questo derivi da una concezione più "tranviaria" del rotabile (mi sembra la vera specializzazione di CT per il materiale di trazione), destinato appunto a ferrovie ridotte o semitranviarie. Dico bene?

Suppongo che il sistema di trasmissione del comando del controller sia stato il medesimo su tutte quel tipo di motrici. La catena dal banco di manovra scende al di sotto del piano di calpestio e, ingranando su una corona coassiale ad un albero di trasmissione che corre lungo il sotto cassa, va a comandare con un'altra catena il controller posto nella cabina AT. Stessa cosa avviene per l'altra cabina.
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Messaggioda ioannesg » 04/05/2012, 19:23

Giancarlo Giacobbo ha scritto: La catena dal banco di manovra scende al di sotto del piano di calpestio e, ingranando su una corona coassiale ad un albero di trasmissione che corre lungo il sotto cassa, va a comandare con un'altra catena il controller posto nella cabina AT. Stessa cosa avviene per l'altra cabina.


Infatti la cosa carina è mettersi nella cabina posteriore e mentre si cammina vedere l'indicatore del controller muoversi da solo ed indicare le posizioni di serie, parallelo o freno inserite 8-)
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Messaggioda Il Razziatore » 04/05/2012, 19:41

ioannesg ha scritto:
Infatti la cosa carina è mettersi nella cabina posteriore e mentre si cammina vedere l'indicatore del controller muoversi da solo ed indicare le posizioni di serie, parallelo o freno inserite 8-)


per non parlare del "tic tac" che si sente nella sala AT
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 04/05/2012, 19:42

C'erano due tipi di banchi. Uno e' quello che hai detto che faceva ruotare il timone del controller anche nella cabina posteriore. L'altro e' quello piu' evoluto che mettendo la chiave dell'invertitore di marcia in posizione "0", sgancia la trasmissione del timone escludendolo dal comando. Dalle foto postate da Max del controller aperto, direi che in questo caso si tratti proprio di questo secondo tipo.
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Messaggioda ioannesg » 04/05/2012, 20:22

Non conoscevo questa seconda versione, sapevo che comunque con l'invertitore a 0 si sganciava il mozzo dove innestare il timone, ma non che sganciasse anche l'indicatore.
Giovanni
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 04/05/2012, 20:32

No, io intendevo dire solo il timone. :oops:
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Messaggioda ioannesg » 04/05/2012, 21:02

Ops... pardon.... avevo inteso male scusa...
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Messaggioda marchetti625 » 04/05/2012, 22:31

ha ragione Giancarlo! :lol: In questo caso si tratta di due trasmissioni indipendenti anche negli alberi di trasmissione...L'altro banco rimane del tutto escluso. Per rispondere a Michele....

Guarda era un sistema più ferroviario che tranviario(a mio giudizio) Nel senso che erano rispettati alcuni concetti propri degli apparati di trazione ferroviari.

1)Cabina di alta tensione separata da ogni altro ambiente e ben lontana dai banchi di manovra. Cabina accessibile solo mediante apertura con le relative chiavi di blocco. Chiavi che tra l'altro hanno funzione di blocco anche per altri apparati(per esempio il sezionatore di linea e il rubinetto a tre vie di innalzamento pantografi.

2) Alta tensione in cabina e manovra di esclusione reostatica indiretta ma in questo caso.pneumatica per dispositivo d'inversione e inserimento dell'IR,meccanica per la manovra dei contattori.

3) Il controller è un apparato di per se compatto ma concettualmente molto simile allo schema di trazione applicato nelle prime macchine a corrente continua FS....

4) Tensione di alimentazione elevata con necessità di un buon grado di isolamento....

5)Nessun filo elettrico dentro i banchi di manovra e quindi maggior sicurezza per il personale ferroviario...

Oggi abbiamo rialzato l'elettromotrice in modo da completare l'allestimento dell'impianto pneumatico e il montaggio del pavimento. Anche la falegnameria di S. Marino è in piena attività per rifornire di semilavorati che poi vengono assemblati qui a Roma...

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Messaggioda marchetti625 » 05/05/2012, 18:38

Tra le cose elencate nel messaggio precedente ho forse dimenticato la cosa più importante,ossia,che la disposizione di alcuni circuiti è proprio quella tipicamente ferroviaria e mi riferisco al freno reostatico,per esempio....

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Messaggioda freelancer » 08/05/2012, 19:29

Quando avevo domandato se avete collegato direttamente le batterie ai motori intendevo se avete usato una resistenza di avviamento ("reostato" forse sarebbe parola grossa) o no.
Avevo letto alcuni testi (principalmente tedeschi) dai quali avevo capito che se le batterie potevano essere commutate a rami in serie o in parallelo si poteva anche fare a meno di un reostato di avviamento. Ma lì si parlava di mezzi "nati" ad accumulatori.
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Messaggioda marchetti625 » 08/05/2012, 22:41

No! non è stato utilizzato nessun resistore e l'alimentazione ai motori diretta. Tieni conto comunque del basso voltaggio . I contattori naturalmente,"flesciavano" parecchio :lol:

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Messaggioda freelancer » 09/05/2012, 14:44

Quindi indirettamente con questi lavori mi confermi che quanto avevo letto su quei mezzi l'ho capito probabilmente esatto!
Sapevo che le batterie hanno una capacità di assorbimento dei picchi di carico superiore ai generatori, ma il dubbio che potesse essere tanto superiore era rimasta. Invece era tutto giusto.
Ma se del caso sui mezzi ad accumulatori apriremo una discussione a parte.
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