da Giancarlo Giacobbo » 06/07/2015, 23:34
Parti dal presupposto di paragonare lo statore all'avvolgimento primario di un trasformatore. Nel momento in cui si da tensione, si viengono a creare quei campi magnetici, uno per ogni avvolgimento di fase, che , trovandosi a 120 gradi sfasati fra loro sia meccanicamente che elettricamente, sommandosi danno origine ad un unico campo che ruota all'interno del motore. Essendoci però all'interno del motore lo statore realizzato da barre conduttive poste parallele all'asse e montate alle estremità su due anelli che le mettono in corto circuito fra loro, creando quello che viene chiamata "gabbia di scoiattolo", il campo magnetico, ruotando, taglia con il flusso queste barre e, a mo di un secondario di quel trasformatore ipotetico detto prima, induce in queste barre una forza elettromotrice che produce una corrente che va a circolare in questa gabbia. Poiche ad ogni azione si produce una forza di reazione uguale e contraria a quella che l'ha prodotta tendente ad annullare la prima, la gabbia e tutto il rotore inizia a ruotare. Man mano che il numero di giri aumenta, si crea uno scorrimento fra le forze e che tende a diminuire man mano che il numero dei giri si avvicina a quello del campo magnetico rotante. In teoria questo scorrimento fra le due velocità diventa zero quando i numeri dei giri diventano uguali, le forze elettromotrici indotte nel rotore diventano anch'esse zero e il motore teoricamente dovrebbe fermarsi. Poiche a causa degli attriti il numero dei giri del rotore non sarà mai uguale a quello del campo, la gabbia continuerà a girare finché viene alimentato il campo. La potenza erogata però mentre è massima all'avvio perché il rotore essendo fermo viene visto come un corto circuito sul secondario, man mano che il numero dei giri aumenta, diminuisce.
Giancarlo